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Il 9 luglio di 14 anni fa Cannavaro alzava la coppa del mondo

Il 9 luglio di ormai quattordici anni fa l’Italia intera festeggiava un evento destinato ad entrare nella storia non solo calcistica del nostro paese: la vittoria del campionato mondiale di calcio 2006. La finale si giocava all’Olympiastadion di Berlino: gli avversari erano i francesi, i nostri “nemici” calcistici per eccellenza.

Impossibile dimenticare come finì: 5-3 ai rigori per l’Italia, dopo che regolamentari e supplementari erano rimasti fermi sulll’1-1.Per l’Italia si trattava della seconda finale mondiale decisa dai tiri dal dischetto: era infatti successo a Stati Uniti 1994, ma in quell’occasione eravamo stati battuti dal Brasile per 3-2. Era invece la prima volta che a giocarsi la finale di un mondiale fossero due nazioni europee. Unico precedente era stato Italia-Germania Ovest ai Mondiali dell’82 in Spagna.Ad esibirsi per la cerimonia di chiusura furono Shakira e Wyclef Jean, che cantarono una versione speciale di Hips Don’t Lie chiamata The Bamboo Version, ma testa e cuore di giocatori e spettatori, sugli spalti e davanti al televisore fremevano per il fischio d’inizio, che avvenne subito dopo. L’Italia era capitanata da Fabio Cannavaro, reduce insieme a Francesco Totti dalla finale di Euro 2000. La Francia aveva invece affidato la fascia da capitano a Zinedine Zidane, uomo simbolo della sua nazionale, e che quella sera celebrava l’ultima gara della sua carriera. Particolare degno di nota: dei 28 titolari in campo ben 8 giocavano nella Juventus, la quale poté così eguagliare il primato che era stato dello Slavia Praga ben 72 anni prima, ai tempi della Cecoslovacchia. La tensione era palpabile, e lo dimostrano le non poche azioni fallose del primo tempo da entrambe le parti. A farne però le spese più dure fu Henry, che nei primi minuti del primo tempo dovette abbandonare il campo dopo uno scontro fortuito con Cannavaro. La partita si sbloccò già dopo 7 minuti: Malouda, atterrato da Materazzi, guadagnò un rigore trasformato da Zidane nella rete del vantaggio francese: una sorta di cucchiaio che prima picchiò forte la traversa e poi rimbalzò oltre la linea di porta, sorprendendo Buffon. L’Italia tentò di reagire da subito, coi soliti cross di Pirlo o i guizzi di Totti, ma la difesa francese era solida, compatta, invalicabile.Eppure, dopo 12 lunghissimi minuti il pareggio arrivò: corner di Pirlo al 19’, Materazzi salta più in alto di Vieira e beffa Barthez, facendosi perdonare il rigore causato poco prima. Fu il gol che ci fece comprendere che quella sarebbe potuta essere la nostra notte: la Francia si fece sorprendere più volte, consentendo ai nostri di pressare e prevalere per possesso palla: al 36′ Toni beccò la traversa con un colpo di testa su ennesimo calcio d’angolo di Pirlo. Dopo la prima mezz’ora inoltre un improvviso blackout elettrico oscurò tutti i maxischermi nell’Olympiastadion ei monitor della tribuna stampa. Il secondo tempo fu giocato dagli azzurri per lo più in difesa, ed i francesi dal canto loro non furono capaci di essere incisivi. Al 56′ Lippi modificò l’assetto della squadra sostituendo Totti e Perrotta con Iaquinta e De Rossi.Al 62′ una punizione di Grosso si ma la rete viene annullata per fuorigioco.Dopo 90 minuti, il risultato fermo sull’1-1, si andò ai supplementari: la Francia si fece pericolosamente offensiva, prima con un tiro di Ribéry al 99′ e poi con un colpo di testa di Zidane al 104′, fortunatamente nessuno dei due trasformato in gol. Domenech giocò la carta Trezeguet, schierandolo come punta centrale. Pochi minuti dopo l’evento che nessuno avrebbe mai potuto prevedere ma che cambiò le sorti del match, di due interessa nazioni è sicuramente dei due attori del gesto: Zidane e Materazzi corrono verso la metà campo francese, si scambiano qualche battuta sicuramente poco amichevole, quando improvvisamente Zidane si ferma e centra dritto in petto con una testata Materazzi, che crolla al suolo. Il direttore di gara è inflessibile: espulsione diretta per Zidane. Il capitano francese chiude l’ultima gara di una carriera leggendaria nel peggiore dei modi. Tuttavia il risultato non cambia, tocca decidere tutto ai rigori, come nella finale di quel lontano 1994. Ma stavolta l’esito sarà diverso.L’Italia va a segno con Pirlo, Materazzi, De Rossi e Del Piero, la Francia con Wiltord, Abidal e Sagnol, ma Trezeguet prende in pieno la traversa. L’immenso onere e onore di battere il rigore decisivo è nei piedi di Grosso, che non sbaglia: all’Italia va il quarto titolo mondiale della sua storia , dopo quelli di Italia 1934, Francia 1938 e Spagna 1982.La testata di Zidane a Materazzi continuò a far discutere a lungo: la FIFA, pur accettando l’assenza di offese razziali alla base del gesto, decretò due giornate di squalifica per Materazzi e tre per Zidane, intanto ritiratosi dal calcio giocato. Il 12 luglio 2006, Zidane si scusò pubblicamente davanti alla televisione francese per il suo atto violento, ma affermò che gli erano state rivolti gravi e ripetuti insulti all’imfirizzo della sua famiglia; Materazzi, qualche tempo dopo, confermò la versione del rivale, precisando che aveva offeso la sorella.Intervenne addirittura il presidente della Repubblica francese, all’epoca Jacques Chirac, che difese Zidane dalle accuse: «Lei è un virtuoso, un genio del calcio mondiale. Lei è anche un uomo di animo nobile, di spirito combattivo. Per questo la Francia la ammira e la ama».La stampa francese, invece, non fu altrettanto comprensiva. Per L’Équipe, il gesto di Zidane fu ben più grave della sconfitta dei Bleus: «Questa mattina il più difficile non è cercare di capire perché i bleus hanno perso una finale di Coppa del Mondo alla loro portata, ma spiegare a decine di milioni di bambini nel mondo come lei si sia potuto lasciar andare ad assestare quella testata a Materazzi».Il New York Times, nel dicembre 2009, pose l’ormai celebre “testata” di Zidane al vertice degli episodi sportivi del decennio.Un altro episodio controverso di quella finale riguardò il presidente della FIFA Joseph Blatter, che non presenziò alla premiazione dell’Italia al termine della vittoriosa finale, e si abbandonò ad alcune sue dichiarazioni contro gli azzurri, secondo lui immeritevoli del titolo mondiale perché qualificati ai quarti di finale solo grazie a un generoso rigore contro l’Australia, dichiarazioni delle quali tuttavia si scusò poco dopo.

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