Trump e il muro intorno alla casa bianca per difendersi dai manifestanti

Se esiste un dio lo si può vedere nell’ironia di certi fatti che ci accadono. Uno di questi è sicuramente il fatto della costruzione di una una recinzione fuori dalla casa bianca che permetta a Trump di difendersi di manifestanti, proprio lui che voleva chiudere fuori gli altri, ora è rimasto chiuso dentro.
La recinzione è stata eretta per impedire ai facinorosi che da giorni protestano in diverse città Usa per il brutale omicidio a Minneapolis dell’afroamericano George Floyd, e più in generale contro l’ancora troppo radicato razzismo. Il “muro” resterà fino al 10 giugno, secondo il Secret Service.
Inizialmente Donald Trump aveva dichiarato di voler addirittura schierare l’esercito contro i manifestanti, per poi fare in marcia indietro in seguito alle pesanti critiche e decise prese di distanza da parte del Pentagono. Tuttavia nelle scorse ore, il presidente ha condiviso una lettera su Twitter di un ex marine che definisce i manifestanti «terroristi».
Da Washington Dc a Los Angeles, le proteste imperversano da ormai 10 giorni, e la situazione appare sempre più al limite: due agenti sono stati sospesi a Buffalo dopo aver spintonato un anziano manifestante di 75 anni, mentre qualche giorno fa davanti alla Casa Bianca la Polizia è intervenuta più volte lanciando lacrimogeni sui manifestanti.
Proprio in seguito all’uso di questo tipo di gas per arginare la folla in protesta, l’American Civil Liberties Union ha fatto causa al Presidente.