Il Presidente Filippino ordina di sparare a chi non rispetta la quarantena “Piuttosto che creare problemi, vi manderò nella tomba”

Avete presente De Luca, il governatore della Campania, e la minaccia di irrompere durante le feste di laurea con le forze dell’ ordine ed i lanciafiamme?
Bene, dimenticatelo!
Il presidente delle Filippine ha deciso di andare ben oltre le minacce per far rispettare il divieto di uscire di casa per arginare la diffusione del Coronavirus.
Rodrigo Duterte alle sue forze di Sicurezza ha ordinato di sparare «a morte» a chiunque causi «problemi» nelle aree chiuse a causa della pandemia di coronavirus.
Il presidente,durante un discorso ufficiale, dichiara alla Nazione: “I miei ordini sono alla polizia e ai militari, compresi i funzionari dei villaggi, che se ci sono problemi o sorge la situazione in cui le persone combattono e la tua vita è in pericolo, di sparare e uccidere”. E prosegue lanciando un monito che lascia poco spazio all’interpretazione: “Invece di causare problemi, ti manderò nella tomba”.
Ovviamente la notizia ha creato sconcerto e molte perplessità, fra le voci più importanti che prendono le distanze dalle dichiarazioni di Duerte, spicca quella del capo della Polizia, Archie Gamboa, che ha già detto che gli agenti non lo faranno, replicando: “Probabilmente il presidente ha dato troppa importanza all’applicazione della legge in questo momento di crisi”.
C’è preoccupazione nel Paese su come le fasce più povere della popolazione possano sopravvivere al mese di serrata imposto sull’isola di Luzon, la più grande dell’arcipelago nonché quella che ospita la capitale Manila. La maggior parte dei 48 milioni di persone che la abitano dipende infatti da lavori giornalieri, interrotti bruscamente in seguito alla chiusura decisa dalle autorità. Il presidente Duterte ha promesso ai cittadini l’assistenza del governo, spiegando che “anche se in ritardo, arriverà e nessuno morirà di fame”.