News

L’Oreal ritira i prodotti con la scritta sbiancante e Apu dei Simpson cambia doppiatore. Benvenuti nell’epoca del patologicamente corretto

Il colosso francese L’Oreal ha annunciato oggi mediante comunicato stampa la decisione di ritirare dalle confezioni dei loro prodotti diciture come “sbiancante”, “chiaro” per indicare i cosmetici atti ad uniformare il colorito. L’iniziativa è collegata alle tantissime altre a livello mondiale in favore del movimento antirazzista Black Lives Matter.

Anche la produzione di uno dei cartoni animati più amati da bambini e adolescenti di tutto il mondo, I Simpson, ha preso una posizione netta in favore del movimento: a breve infatti Carl CArson,il collega di Homer, e il medico della famiglia Simpson, l’afroamericano Hibbert, saranno doppiati da attori neri. Anche il doppiatore americano del droghiere di origine indiana Apu Nahasapeemapetilon, Hank Azaria, aveva dichiarato già mesi fa di voler abbandonare il ruolo, in accordo con la casa produttrice, a causa delle tante e prolungate pressioni pubbliche sullo stereotipo negativo che il personaggio rappresentava all’interno della serie.

Segno questo che la scia di proteste, prima negli Usa e ora in ogni parte del mondo, suscitate dalla morte di George Floyd, si stia facendo sentire e non poco anche all’interno del mondo dello spettacolo. Altri esempi sono le numerose altre defezioni di star: da Jenny Slate di Big Mouth, a Kristen Bell di Central Park, sono tante le celebrities che hanno dichiarato la necessità che “personaggi non bianchi debbano essere doppiati da attori non bianchi”.

Intanto un’altra campagna rischia di sconvolgere il mondo dell’advertising. Si chiama “Stop Hate for Profit” e prende di mira gli Ott, cioè Over the top: i principali player digitali che da anni ormai catalizzano una fetta enorme della pubblicità online, ovvero i diffusissimi social media Facebook, Youtube, Instagram, Twitter.
Questi colossi della comunicazione sono stati infatti accusati di consentire con eccessivo lassismo la diffusione di contenuti razzisti o in generale inneggianti l’odio. Più volte il Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg è stato biasimato aspramente per la scelta di non rimuovere o segnalare alcuni post controversi di Trump dopo la morte di Floyd.

L’ultima ad aderire a questa iniziativa di boicottaggio è la Coca Cola, che ha annunciato lo stop di un mese alle inserzioni pubblicitarie sulle piattaforme social. Oltre a Coca Cola si sono uniti anche colossi del calibro di Unilever e Verizon.

Tutto ciò si aggiunge alle altre centinaia di iniziative prese in ogni parte del mondo e in ogni campo dell’economia o dell’intrattenimento a favore dei Black lives Matter: dalla bizzarra scelta presa da parte di un supermercato di ritirare dal commercio i celebri dolcetti “moretti”, alla decisione da parte di Hbo prima di cancellare dal palinsesto Via col vento, poi di reinserirlo ma corredandolo di una introduzione affidata alla conduttrice Jacqueline Stewart che spiega come il film che poi vinse l’oscar come miglior film nel 1935. avesse già dovuto fare i conti al momento della produzione con le tante e dibattute problematiche relative alla schiavitù.

Sicuramente è del tutto condivisibile ed apprezzabile la presa di posizione da parte di multinazionali ed esponenti di spicco a favore dell’uguaglianza razziale e sociale. Spesso i cambiamenti generati da una campagna di sensibilizzazione di tale portata erano necessari e rivoluzionari, ma in non rare occasioni si è forse rischiato di sollevare polemiche sterili ed alquanto paradossali, che hanno rischiato di distogliere l’attenzione dai punti chiave della protesta. Viene da chiedersi cosa cambi nella realtà dei fatti una scritta riportata sulla confezione di una crema, quando forse le cause del problema sono più di natura economica e sociale.


Tags

Related Articles

Back to top button
Close
Close